Una musichetta tutta fisarmonica ed eco fa da sottofondo, mentre il vento spazza via la provinciale. L'immagine si stringe, focalizzando su un piccolo bar, finiture vecchie di cinquant'anni, all'ingresso quelle cordicelle di plastica attorcigliate che ballano al passaggio di ogni raro avventore.
Dalla finestra si scorgono
due uomini che parlano animosamente. La discussione e' cominciata da
un po' ma la prima frase che si sente e' pronunciata dal più grosso
dei due
“... eh, guarda che non c'entra nulla il razzismo. Io faccio delle differenze. Ci sono quelli che vengono qui a lavorare. Ok, ma ci sono quelli che vengono da paesi dove non hanno spirito democratico.”
“... eh, guarda che non c'entra nulla il razzismo. Io faccio delle differenze. Ci sono quelli che vengono qui a lavorare. Ok, ma ci sono quelli che vengono da paesi dove non hanno spirito democratico.”
“Giusto …” asserisce il piccoletto.
“Magari nei loro paesi
hanno organizzazioni terroristiche che vogliono sostituirsi allo
stato e le importano qui. Poi si ammazzano, poi ci fanno gli
attentati. Ed io dico, e pensarci prima? Non farli sbarcare proprio.
E' sbagliato?”.
“Vero, ma …” tenta di
ribattere l'altro.
"Aspetta, aspetta, dei fanatici religiosi che mi dici? Eh, non venirmi a dire quella storia che tutte le fedi sono
uguali. No, Non lo sono. Noi abbiamo uno stato laico, quelli si fanno
dettare le leggi da quella specie di preti loro. Come se non bastasse, predicano bene e razzolano malissimo. Prima sostengono ciecamente la dittatura, poi protestano e ne predicano il rovesciamento, salvo fare di tutto per riportarla al potere. E ti impongono la loro mentalità ed il loro credo, anche in casa tua e con violenza, scordandosi che non era esattamente questo che gli era stato insegnato. Poi vengono qui e
ci portano la loro mentalità medievale, il crimine e pensano sempre di essere più furbi di te e di doverlo dimostrare ad ogni costo”
“Ma come fai a
distinguere i criminali dagli altri?” azzarda l'interlocutore, bevendo l'ultimo dito di vino che gli era rimasto
“Facile. Basta vedere da
dove vengono. Certi paesi non ci possono portare nulla di buono. Io
non dico di no a tutti, ma certi popoli ce l'hanno nel sangue. Sono
ladri dentro, sono fascisti dentro, sono rimasti al medioevo e sono
troppi. E se li facciamo arrivare qui, prima o poi ci faranno finire
come loro. Poi non si integrano, non parlano la nostra lingua,
neanche ci provano.”
“Quindi tu i turchi, gli albanesi non
li faresti sbarcare neanche?” domanda l'altro.
“No, diamine, quelli
sono gente seria che lavora. Io parlo degli italiani. Quelli sono
pericolosi. No joke.....Dovunque siano andati,
hanno importato la Mafia. Parlano malissimo l'Inglese. Sono papisti ... "
"Non starai esagerando .." ribatte l'altro stranito.
"... poi puzzano d'aglio. Non pagano le tasse, sono tutti ladri. Non vogliono onorare i loro debiti. Hanno inventato il fascismo. Il nazismo e' una copia del fascismo. Se non fossero mai esistiti, tuo nonno non sarebbe morto.”
"Non starai esagerando .." ribatte l'altro stranito.
"... poi puzzano d'aglio. Non pagano le tasse, sono tutti ladri. Non vogliono onorare i loro debiti. Hanno inventato il fascismo. Il nazismo e' una copia del fascismo. Se non fossero mai esistiti, tuo nonno non sarebbe morto.”
“Hai ragione, non
sarebbe morto. Gli italiani sono davvero pericolosi. Ne ho visto uno mentre
entravo, è seduto proprio qui di fronte a me, al mio tavolo"
“Hey, ma anche io ne ho uno di fronte, ora mi alzo e lo acchiappo”.
“Si, dai, anch'io vado a prendere il mio, è ora di rialzare la testa”.
“Prendiamoli e facciamogli capire che qui
non comanda lui. Comandiamo noi. Noi siamo i padroni, a casa nostra"
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