sabato 20 aprile 2013

Manga-Minkia


Nessuno passatempo sollazza di più i giovani adolescenti quanto "vattersi" nei cortili e nelle strade. E non c'e Playstation o Xbox che tenga. Nonostante ciò anche questo rito barbaro si lascia influenzare dai miti esteri.
Le nostre amene zuffe da scugnizzi sono state indubbiamente culturalmente arricchite dall'invasione nipponica degli anni '70-90. La pancia dell'avversario si rivelava cosi' pululante di punti di pressione, che pigiati nella giusta sequenza dovevano condurre all'esplosione della testa dell'avversario, come faceva Ken Shiro per intenderci, eroe di una serie di cartoni animati universalmente nota.
E così, mentre le più elementari pulsioni di rattimma d'età adolescenziale venivano mutuate da "Lamù", anche il volgare "matrimonio e' paccheri" si ingentiliva col grido di "polvere di diamanti". No, non parliamo di un'errata citazione del romantico film di Sordi, ma piuttosto della precisissima evocazione del colpo segreto del piu' fico dei Cavalieri dello zodiaco (altra serie di grido). 
Ok, sappiamo che con questa affermazione si corre il rischio di inimicarsi il 75% dei fan dell'anime, pronti a difendere a spada tratta qualcun altro dei protagonisti della serie, a loro avviso, più degno del titolo del più fico. Ma perché questi cartoni cosi lontani dalla nostra esperienza ci piacevano tanto?
Se uno ci pensa i cavalieri dello zodiaco sono miti greci fraintesi da giapponesi e mischiati con un po' di spirito marziale asiatico. Un polpettone che sarebbe dovuto risultare esotico e familiare ai nipponici, ma almeno grottesco e ridicolo a noi occidentali.
Invece siamo finiti per adorarli, perché in fondo, i cinque personaggi chiave paiono stereotipi fuoriusciti da una terza classe ripetente di un liceo partenopeo.
Per chi non li conoscesse ancora:
C'è Pegasus, l'insopportabile secchione primo della classe eternamente innamorato della maestra (Athena), che frequenta un istituto privato per garantirsi il massimo dei voti alla maturità, e che, malgrado abiti a Piazza Amedeo, prende il suo Suv pure per andare a comprare le sigarette a Via dei Mille.
Sirio, invece, è il tamarro col tatuaggio che tratta la ragazza come la munnezza della gente, ma lei, nonostante questo, o forse proprio per questo, lo idolatra. Lui se ne esce il sabato coi compagni di palestra, irretendo tutte le ciaccarelle di stanza presso la galassia di San Martino, equivocando sul significato del soprannome "Dragone", che in realtà gli è stato affibbiato soltanto per via del ciato a peste che lo caratterizza.
Quindi c'è Crystal, che nella sanissima tradizione partenopea, é un mammone incurabile. Ha deciso infatti  di diventare Cavaliere dello Zodiaco, per lavare l'onore macchiato di sua madre dopo che un compagno di catechismo lo aveva informato del fatto che ella amava intrattenersi spesso nel negozio di Ursus 'o chianchiere (anche i macellai hanno nomi altisonanti) a serrande abbassate.
Andromeda, dal canto suo, ancora oggi pone interrogativi più inquietanti di quanti ne abbia mai posti Amanda Lear. Certo, il fatto che sia stato avvistato spesso in orario notturno presso la costellazione di Gianturcus, non depone a suo favore, ma sia che si tratti di uomo, donna, trans o quant'altro, l'unica cosa chiara, è che ha sempre bisogno dell'intervento di Phoenix.
Phoenix è il classico Malamente dal cuore d'oro. Pregiudicato si, ma solo per contrabbando di sigarette. In realtà, avrebbe anche provato ad iscriversi ad Ingegneria, ma la barba incolta è stata causa di così tante bocciature, che lui non ha trovato nulla di meglio da fare che chiavare mazzate a destra e a manca e litigare coi sodali da mattina a sera.
Molto da dire ci sarebbe anche sui nemici: Cavalieri d'oro, d'argento e d'acciaio, da queste parti non potrebbero che essere altro che Cavalieri 'e munnezza, impegnati a conquistare la città per farsene ciò che più gli aggrada. Ecco allora il buon Pegasus impegnato su Alpha Rioni Altis nella lotta contro Parcheggiatorem, il cavaliere della costellazione di Jatedottò, guardiano della sosta non autorizzata. Poi c'è Sirio, che ha interrotto la sua meditazione alla cascata del Parco del Poggio, per salvare la viabilità urbana dall'assalto dell'esercito dei Cavalieri Manifestanti, al soldo del diabolico Vulimmopòst. Frattanto Crystal, che voleva solo andare a Via Toledo per regalare una borsa a sua madre, dovrà vedersela con Telecameribus, il cavaliere guardiano della nebulosa di Zetattiellis, che col suo colpo speciale può multare chiunque passi sotto il suo sguardo. Mentre Andromeda, come al solito, si limiterà a farsi scotognare di paccheri da Papponix, Cavaliere Protettore e basta, che lo ha scambiato per un cavallo della sua scuderia ed ora esige la sua parte.
In questo quadro sanguinoso di battaglia, come da prassi, i nostri eroi verranno ridotti allo stremo dai loro avversari, che li avranno feriti quasi mortalmente ed obnubilati citando a memoria poesie e brani tratti dai romanzi di Moccia, favellando già del loro futuro al comando di Neapolis. Ma sul più bello arriva lui, Phoenix, che ha appena finito di sfasciare il videopoker di un bar di Fuorigrotta che gli ha ciulato oltre 100 euro in un'ora e corre in soccorso dei compagni, scomma di sangue tutti i nemici ad uno ad uno, poi, mentre va a farsi una birretta per festeggiare, sopraggiunge Pegasus, si limita a constatare il decesso del capo dei malamenti e si prende i meriti del trionfo concupendo Athena. E ci credo che poi uno si incazza...