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martedì 17 giugno 2014

Noblesse oblige


Per tutte le situazioni, con buona pace di monsignor Della Casa, esiste un‘etichetta, un codice comportamentale o di vestiario da adottare. Quello che va rimarcato, è come questo codice cambi per cultura, momento storico e contesto in cui si registra un avvenimento. Spesso ci lamentiamo delle abitudini di altri popoli, che riteniamo antiquate superate o assurde, ma non dimentichiamo che gli antichi romani, che vengono continuamente ricordati come esempio per tante cose, erano soliti sottolineare il gradimento per un pranzo con dei fragorosi rutti e dopo, tanto per gradire, vomitavano per ricominciare a scofanarsi. “Il boss delle cerimonie” ci ha già mostrato come un codice comportamentale esista anche al giorno d'oggi e riesca ad essere ancor più efferatamente primitivo di quello dei popoli ancestrali.  Tuttavia noi non siamo dei classisti dozzinali e abbiamo deciso alla viglia della stagione più tragica per i ricevimenti di darvi qualche dritta per fare bella figura al vostro prossimo ricevimento, rigorosamente made in S.Gennaro Vesuviano.

‘o tacco.

Cominciamo col must più ovvio per tutte le donne: le scarpe. Ovviamente, una qualunque occasione importante, necessita come minimo che la scarpa abbia un tacco sconsiderato, di altezza sproporzionata, o comunque tale da mettere a repentaglio la vita e le articolazioni di chi lo indossa, Tuttavia il vero tocco in più, la ciliegina sulla torta, è il fatto che la scarpa, qualunque essa sia, adda fa male! Ovviamente, colei che le indossa, deve far sapere al mondo intero che non riesce a camminare liberamente e deve ostentare smorfie di dolore e ferite lacerocontuse e sanguinanti ai presenti. Per gli over 50, a prescindere dal ruolo ricoperto, è ammessa la sostituzione d’o tacco, ma solo dall’arrivo al ristorante in poi, e solo con paposce-gioiello del valore minimo di 180 euro, pena la squalifica.

‘a ponta

Ovviamente, oltre al tacco, non poteva mancare la punta. Parliamo ancora di scarpe e del loro terminale anteriore, simbolo atavico della potenza, direttamente proporzionale all’importanza di chi le indossa. Punte tonde quadre o a baionetta, purchè lunghe, lunghissime, insensate. Decine di stivaletti pitonati e scarpe classiche in pelle di cormorano gravido si combatteranno a colpi di centimetri la leadership nel campo dello chic e dell’uccisione degli scarrafoni negli angoli del battiscopa. Male che vada, se doveste soccombere, mettete le scarpe in verticale ed attaccatele al portatile, con un’antenna così, prendono il wireless fino a 25 chilometri….

‘o tattuaggio

Elegante commistione tra la fredda traduzione dialettale e l’inglese tattoo, ‘o tattuaggio è un must assoluto per uomini e donne che si appropinquino ad un ricevimento. Maschi e femmine di ogni età si combatteranno lo scettro del più appariscente in una morra cinese grafica senza esclusione di colpi: Padre Pio sul bicipite batte il finto rosario al collo, ma perde con la sacra famiglia sul petto, mentre Maradona sul polpaccio sbaraglia chiunque, eccezion fatta per Mario Merola in versione Che Guevara. Le donne, avvantaggiate dal maggiore scollo dei vestiti, potranno sfoggiare fantasie floreali deformate sugli arti inferiori e citazioni dotte sulla schiena, dove i più raffinati opteranno per l’incisione degli abstract di tesi di laurea in sociologia e le vittime di tatuatori bastardi per un inconsapevole “stronzo chi legge” in ideogrammi cinesi.

‘a lampada

Da non confondersi con l’omologo complemento d’arredo, ‘a lampada è il vincolo cromatico più in voga nei ricevimenti di un certo spessore. Come diceva Franco Ricciardi, noi napoletani “simme tutti africani”, per cui nelle occasioni importanti non chiediamo di più che sembrare dei kenioti in gita premio. Il minimo sindacale consta nel riuscire a scurirsi almeno di dieci nuances rispetto al proprio colore naturale, quindici nel caso di parentela con gli sposi inferiore al secondo grado e poco importa se il collo è color panna mentre il mento ricorda un comò di fine ‘800, il maculato va sempre di moda. Apprezzata variante maschile è la tinta dei capelli, rigorosamente tendente al wengé, leggermente sbavata sulla cute del cranio a coprire i vuoti, meglio se accoppiata alla tintura dei baffi e del pizzo, onde evitare l’effetto dalmata.

‘a dedica

Chiunque voglia lasciare il proprio segno indelebile su una cerimonia, non potrà esimersi dalla dedica agli sposi. Il fratocuggino Pinuccio ha fatto i provini ad X Factor due anni fa? Come minimo, tra primo e secondo, dovrà prendere possesso del microfono ed intonare l’Ave Maria interpretandola come solo il grande Mario avrebbe saputo fare. Ossia malissimo. Vogliamo parlare allora di Titta, la cainata della sposa? Malgrado i suoi 128 chili, coltiva la passione per il rock acrobatico (anzi, “accrobatigo”, come ama ripetere) e non potrà che esibirsi a centro sala, per la gioia degli sposi e di tutti i sismologi del vesuviano. Non potevamo dimenticare Nonno Tatillo, che ha fatto il portiere per 40 anni e siccome scriveva le ricevute di pagamento del condominio, è conosciuto come "o poeta". Il vegliardo ha composto una poesia che reciterà sul palco rubando la scena per qualche minuto a Genny Scioc impegnato nella sua esibizione. La composizione  provocherà la somma commozione dei presenti, che lacrimeranno sulla fiducia, dato che a stento riusciranno a capire la voce impastata del nonno visto che alla quarta strofa se ne è venuta pure la dentiera. 

‘a machina

Può una famiglia presentarsi in un villone così sfarzoso da ricordare da vicino un’astronave di Star  Trek senza almeno una navicella di salvataggio? Diremmo proprio di no, ci sembra assurdo. E così, in un challenge esclusivamente di stampo virile, si ricorrerà a prestiti, noleggi e impupazzamenti della propria auto, il tutto al solo scopo di poter vincere il titolo di autista più appariscente. Se la vostra Matiz è ancora Daewoo e non avete potuto permettervi di meglio, sarà di grande effetto correre (o millantare di averlo fatto) oltre i 200 all’ora, magari brandendo con spavalderia una multa, o sedicente tale, comminatavi dalla stradale e strappata con fare di sfida nel bel mezzo della sala. Tanto, ‘a machina ‘a tene intestata ‘o nonno…

‘a busta

Ed eccoci al punto fondamentale della questione: ‘a busta. Lasciatevi alle spalle ogni remora, sarà questo il segno definitivo che vi farà tornare vincitori verso casa. Se già siete sposati, come minimo dovrete rispondere al fuoco inserendo dint’a busta lo stesso valsente regalatovi dai festeggiati poi, volendo, potrete dare un segnale di superiorità aggiungendo 50 euri, fare i gran signori aggiungendone cento oppure umiliare gli avversari puntando almeno sul doppio di quanto ricevuto. Ricordiamo che non è valido il principio del “chesto và pe’ chello”, ossia non si possono sopprimere le reciproche buste azzerando così l’un l’altro il debito, sarebbe troppo comodo.  'a busta va fatta, anche a costo di restituirla pari pari a chi ve l'ha regalata. E chissà mai che il ricevente non legga la cosa come un gesto di sfida e scateni la rissa, così finalmente a 'sti matrimoni si fa un po' di movimento, che altrimenti sai che palle....


venerdì 23 maggio 2014

Vota Merkel!

Dopo un anno buono di astinenza, finalmente gli italiani saranno di nuovo chiamati al voto. Questo diritto/dovere così vituperato e male usato, ma così necessario alla sopravvivenza dell'homo italicus. Diciamolo pure: la maggioranza di noi non ce la faceva più a trattenersi. Dopo scorpacciate di tribune elettorali roboanti di promesse inverosimili, gocciolanti di offese incomprensibili e trasbordanti di luoghi comuni, nell'italiano s'era fatta impellente l'esigenza fisica della scarica diarroica elettorale. Fosse stato anche solo per eleggere Miss Lido Filoscio, il bisogno di rinchiudersi in una cabina per barrare il proprio simbolo andava sublimato in qualche modo. Poco importa, infatti, se il voto alle europee e' utile come una macchina per affilare il burro. Il famoso parlamento di Strasburgo non vara leggi e le famigerate commissioni a Bruxelles, al massimo, possono decidere quanti mesi stagiona il parmigiano e quanto dev'essere lungo l'elastico delle mutande.
Insomma MES, fiscal compact, uscita dall'euro e revisione dei trattati sono tutte decisioni prese dagli stati Nazionali, al più dalla BCE, e non certo dal Parlamento Europeo.
I vari politicanti che si inseguono nell'etere, in un saliscendi d'assurdità che nulla hanno a che vedere con le Europee, quasi sempre riescono a terminare il turpiloquio di non sequitur appiattendosi sulla stessa ridicola posizione: "Batteremo i pugni sul tavolo della Merkel".
Lo ammettiamo: ascoltandoli, per un secondo anche noi ci sentiamo come Ivan Drago quando dice a quello sfigato di Rocky "Io te spiezzo in due". Ma se si accende il cervello per un momento, ci si accorge che la scrivania della Merkel non è a Strasburgo. A meno che non se la porti dietro quando va, quella mezza volta all'anno, al parlamento, ma lo riteniamo improbabile. Ammettiamo comunque che la teutonica cancelliera si trovi a passare per l'Alsazia, secondo voi questo parlamentare che abbia aspettato un anno per fratturarsi il polso sul desco, cosa potrà dire alla povera Merkel?

"Vogliamo più democrazia in Europa!"
E' un evergreen molto trasversale, forse perché fondamentalmente non significa un beneamato salsicciotto. In effetti, ci sembra ovvio che il modo migliore per avere più democrazia in un intero continente, sia mettersi d'accordo col premier di un singolo stato. Un po' come voleva fare Mussolini...

"Più sovranità nazionale!"
Quasi sempre questo va assieme alla prima richiesta. Ci fidiamo così tanto dei nostri politici, da non voler il benché minimo controllo sul loro operato da parte di enti terzi? Ma siamo sicuri? Meglio Scilipoti o il bieco burocrate europeo? In fondo bieco non è un aggettivo cosi denigrante, mentre con un "quella Scilipoti di tua madre" scatta sicuramente la faida...

"Noi non paghiamo! (fiscal compact, MES ...)"
La cancelliera dovrà fare uno sforzo per fingere sorpresa ... non e' la prima volta che l'Italia viene meno ad un trattato europeo, mondiale o rionale ed i soldi del fiscal compact sono meno tangibili dei miracoli di Padre Pio.

"Fuori dall'euro!"
Se la Banca d'Italia non ha ancora impegnato la Zecca per salvare qualche banca in caduta libera, in teoria da domani si può ricominciare a stampare la liretta. I lungimiranti hanno capito che riaprire congiuntamente le case chiuse e' la scelta migliore per avvicinarci il più possibile a Cuba. Non faremmo i soliti precisini del biscotto, notando che farsi eleggere al parlamento europeo per uscire dall'Europa, è come andare in un bordello per restare vergine, ma tant'è.

"Vogliamo il default!"
Ammesso che qualcuno sappia cosa voglia dire, non crediamo che la Merkel, pur volendo, possa opporsi al naturale scorrere delle cose. Siamo più che liberi di fallire (ultimamente pare che sia l'unica cosa che ancora ci riesca), ed invocando il default potremmo semplicemente spacciarla per una scelta presa in perfetta coscienza. Poi auguriamoci che la Merkel ci compri il Colosseo, di modo da impedirci di farci pascolare di nuovo le pecore.

"Porteremo il sud in Europa!"
oppure "porteremo l'Europa nel sud", o ancora "porteremo l'Europa in Europa" o perché no, "sudderemo il portare nell'Europa". Si tratta di una velata minaccia? Costringeremo i tedeschi ad abbandonare la Mercedes per la Seat Ibiza, gli Inglesi a gettare nel Tamigi il fish and Chips per il purpo a 'nzalata e daremo i coffeeshops fiamminghi in gestione alle Mafie? Tanto alla fine, come dice De Crescenzo, si è sempre meridionali di qualcuno e noi, rispetto alla Germania, siamo talmente a sud che tra poco spunteremo dall'altra parte e ci ritroveremo a nord. A pensarci bene, potrebbe convenire.

"Ci serve il tesoretto che ci porterà l'indulto sullo scudo fiscale, alla faccia dell'inciucio teso dagli stati-canaglia di europoli!"
Questa è la perla migliore, la supercazzola per eccellenza, la sublimazione del politichese che diventa un linguaggio nuovo, ma subito comprensibile a tutti: quello della stronzata! Cumuli di termini giornalettistici, in gran parte insensati, ma detti con una certa convinzione davanti ad un Vespa accondiscendente, faranno del vostro santino photoshoppato da manifesto elettorale un ambito feticcio, ma poi non lamentatevi se, alla pronuncia della terza parola, la Merkel chiamerà il servizio d'ordine e vi farà portare via....

Insomma, la dubbia utilità delle elezioni europee è stata ulteriormente trascinata in basso dalla vagonata d'invereconde supercazzole che ci sciorinano.
Povera Merkel, che assieme agli altri parlamentari europei dovrà sorbirsi una masnada di bugiardi o (ed e' anche peggio) ignoranti in buona o cattiva fede.
E poveri pure noi, costretti alla solita figura internazionale da maitre chocolatier per aver scelto dei rappresentanti di cotal forgia.
Ciononostante, il nostro essere uomini italici fa sì che il voto ci scappi e per questo andrà espletato al più presto, o corriamo il rischio di non riuscire a raggiungere la cabina e di doverci liberare in qualche baretto.
Consentiteci però una riflessione pragmatica, visti i fatti, tanto vale guadagnarci qualcosa.
D'altra parte, prendendo spunto dall'esperienza ventennale della Mafia, anche i partiti hanno capito che era d'uopo concedere un certo "non so che" in cambio.
Dalle dentiere omaggio, alla toletta per il cane scontata, per i più materialisti ci sono anche 80 euro acoppo 'a mano. Da consegnarsi, rigorosamente, dopo il voto perché qua, come dice il poeta, nisciuno e fesso.





giovedì 10 aprile 2014

Magna, magna!

Napoli è la terra della buona cucina, del mangiare bene soprattutto tanto (anzi assai). Un inferno per le transaminasi, portate alla pazzia in un luogo dove anche il fritto misto può rientrare negli sport estremi. Quello che non si sa molto al di fuori dei confini partenopei, è che Napoli è anche il regno della cucina creativa, il crogiolo della sperimentazione tra i fornelli, nonché il luogo per eccellenza in cui vengono inventate nuove pietanze sconosciute al mondo intero. Inventate proprio nel senso, quasi biblico, di create da zero. Non ci credete? Provate a seguirci in questa nostra scorribanda refettoria e vedrete...


Tanto per cominciare, potete fare un pranzo frugale a poco prezzo, e con soli 4 euro potrete godere del misterioso menù TURISTO.


... se invece avete bisogno di qualcosa che "appara 'o stommaco", e' il momento di optare per una pasta condita con il nuovo legume OGM. Il FaGGiolo, in cui la doppia G promette una botta di energia, sopratutto a livello intestinale

....ma passiamo ai fast-food. Quest'ultimi possono accontentare anche i palati più esigenti. Se il chicken sandwich non vi sconfinfera e l'HOT(MENO)DOG non vi solletica, potrete sempre optare per il criptico HAMBURER....
....e per mandare giù l'Hamburer niente di meglio della novità americo-ostrogota: la COCACOLA.LAIT!....


...ma è sui contorni che i napoletani danno il meglio, approfittando di uno spettacolare menù in italo-sanscrito. E se possiamo illuderci che le MelEnzane siano un banale lapsus dell'arcinota melAnzana, la preparazione a FUNHETTO ci fa capire che deve trattarsi di un piatto fusion. Per i più avventurosi consigliamo l'alternativa dei peperoni al GRATTE'. E non rimpiangete il fatto che il flash abbia impallato quel qualcosa di patate....


....si trattava, ovviamente, di un GATO'...
Nel caso non lo aveste ancora capito, siamo alla frutta... 1 killo, 1 euro. Mezzo killo, mezzo euro. E qualcuno ipotizza che il Killo sia una percoca OGM che cresce solo se si sposta l'ombrellone a destra e la si lascia abbrustolire al sole...

Ed ora il gran finale con un dolce dall'assonanza finnica...il fantasmagorico KINDE - PINQUI'...

E se il Pinqui' vi suona troppo piccante, un dolce sponsorizzato dalla Roche, l'innovativo FERRERO ROCHE' sicuramente vi rimetterà in sesto.

C'è solo l'imbarazzo della scelta, sedetevi a tavola e buon appetito!


martedì 25 marzo 2014

Venghino, siori, venghino!


Vendere articoli di poco conto e peggio ancora scadenti e cavarci anche un profitto non è professione da dilettanti. Nonostante Renzi si sia guadagnato in gioventù il soprannome di Bomba, per quanto le sparava grosse, i più riconoscono a Zio Silvio ancora un certo margine nella disciplina del teleimbonitore.  Lo scavallato infatti, non si limitava alla batteria di pentole o al brillocco, ma riusciva a piazzare il bene immateriale, metafisico: l'ottimismo ingiustificato, l'allegria fuori luogo l'odore del denaro e in qualche caso anche il vuoto più assoluto (non si spiegherebbe senno' come abbia fatto a farci eleggere Gasparri). 
Con tali precedenti, piazzare un centinaio di autoblu scalcagnate non sembra un'impresa titanica. Ciononostante la vera sfida per Renzi sarà far dimenticare i precedenti proprietari. Voi la comprereste l'auto blu usata da La Russa senza prima procedere ad un esorcismo? Vi fidereste di rivelare l'auto della Brambilla, che, con le sue frequentazioni animali, ci avrà fatto pascolare cani e porci? La vorreste l'auto di Razzi; il dubbio che sia contagioso non vi verrebbe?  
E considerate che questo è solo un allenamento per quando il fiorentino dovrà vendere l'Italia, come fosse un paese solvibile, all'Europa (magari senza farci ridere dietro).
In realtà, a prescindere dal ruolo politico occupato, qualunque Presidente del Consiglio che cerchi di piazzare l’impiazzabile, dovrà comunque sempre tener presente che esiste un solo essere al mondo che è in grado di vendere qualunque cosa gli capiti a tiro a chiunque, compresi i ghiaccioli al polo sud: il napoletano. Decenni prima che Gennaro D’Auria mollasse quintali di Antibas Rebrescion ai suoi e molto ancora prima dell’invenzione del pacco, doppio pacco e contropaccotto, il napoletano aveva già ben chiare le più ardite tecniche di vendita di beni mobili ed immobili, ma soprattutto, di beni inesistenti….

Cominciamo subito col botto, proponendo a voi tutti una grande offerta: a solo 4.00 EUR, ben 10 CARCIOFIOFI! Ortaggi floreali OGM, per un prezzo da articolo caduto dal camion.

Sei alla ricerca di abbigliamento tecnico per le tua scorribande a due ruote? Cosa aspetti? Con soli 3 euri puoi aggiudicarti un fantastico SOTTOCASCHO, ideale per avviarsi verso un pomeriggio di rattimma al Virgiliano alla guida di un fiammante Duchati o Suzukhi  e, male che vada, se si dovesse andare in bianco, lo si può sempre usare per assaltare qualche coppietta ….

E dei LEGHINS vogliamo parlarne? Che grande novità! Al solo costo di 1/4.00 si può comprare la microfibra, mentre per un misero 3/10.00 ti danno anche tanti colori. Avete capito bene! Un superteconologico microqualcosa coloratissimo per soli tre decimi.

Se proprio col leghins doveste sentire freddo, vi consigliamo caldamente (sic) l’acquisto di questo FOUSON caldo cotone, ché se proprio la brezza dei camaldoli dovesse congelarvi i cosiddetti, per 18 mk, giusto un po’ più sotto, vi danno pure il sole….


Per tutti colori i quali avessero un euro, uno solo, da spendere come gli pare, ci sentiamo di consigliare vivamente questo misterioso prodotto: il TAPETT. Prodotto particolarmente scontato data la sua origine greca. La pronuncia corretta è infatti tape pigreco, il che apre degli interrogativi inquietanti sul cosa possa essere realmente. Per non parlare di quello Svelto 120 a sinistra....

La stessa merceria ci offre altri accessori per brave massaie; che ne dite di acquistare la fantastica microfibra a solo 50 CENTEM? E se manco questo dovesse andarvi bene,con un banale uno potrete aggiudicarvi il prodotto misterioso. Dopo l'acquisto vi verrà rivelato in quale valuta sia da pagare l'uno: lira, euro, dollaro o rene?

“Donna! All’ITERNO tutto 10-20”. Chiaramente un riferimento biblico. L'Iterno deve venire dopo la Genesi.


....chiusura in grande stile con la notte bianca vomerese in versione vintage. Se la cucina molecolare vi ha stufato, se master chef vi disgusta, è il momento di bandire la dieta mediterranea e provare i PANNI alla piastra. Solo 3 euro per la migliore flanella delle Fiandre! Agli amanti degli irish pub consigliamo il cardigan con sottaceti, agli amanti dell'ortografia, un alka seltzer 

giovedì 30 gennaio 2014

Gigin Hood alla riscossa!

Tutte le città più importanti del mondo hanno il loro supereroe: un uomo senza macchia e senza paura che si aggira di notte a combattere con ogni mezzo il crimine, sfruttando le immense ricchezze familiari per finanziare a fondo perso la sua missione. Gotham City ha Batman, Metropolis ha Superman, Paperopoli è ingolfata a dir poco dai vari Paperinik, Paperinika, Paperbat e via discorrendo. E Napoli? Proprio una città con questo popo’ di storia non può permettersi un supereroe? È proprio qui che vi sbagliate, cari lettori! L’antagonista partenopeo delle forze del male è già tra noi, e sta  conducendo la sua battaglia per ridarci una Napoli felice come ai bei tempi. Come dite? Non sapete di chi si tratta? Ma come! Il nostro supereroe è colui che siede al posto di comando: l’impavido Gigin Hood! Da quando occupa il suo scranno, grazie al potere dell'Ordinanza Sindacale, è lotta aperta contro due nemici storici di Napoli: traffico e monnezza. Il nostro Gigin Hood, balzando di notte da una copertura in eternit di Ponticelli alle rovine della Città della scienza, ha spennellato tra le vie cittadine una lunga serie di baffi rossicci con della segnaletica sopra, regalando alla città una pista ciclabile in grande stile. Fosse stato un fan di Giotto, Gigin Hood avrebbe spennellato con coerenza, ma siccome gli piace Picasso, le pennellate hanno quel non so che di astratto, che rendono impossibile l’utilizzo della pista a tutti coloro che non siano dotati di teletrasporto. Ma la battaglia del nostro eroe non si è fermata lì: il centro storico era stracolmo di autovetture e di altri automezzi? Bene, ora non lo è più, grazie alla ZTL. La parte storica della città e le sue zone commerciali ora sono libere dal traffico e possono essere raggiunte solo coi mezzi pubblici. Certo anche i mezzi pubblici inquinano e così via anche quelli. D'altronde i supereroi accorciano le distanze con la super-velocità od i gadget di alta tecnologica (tipo l'auto blu) e non hanno bisogni di questi autobus inquinanti. Ma parliamo della monnezza? Dimenticate i cassonetti stracolmi e le montagne di rifiuti abbandonati a bordo strada. Basta così poco per fingere che non ci siano piú, un potere telepatico alla portata di tutti. Una 'ntecchia di concentrazione in più è richiesta agli abitanti di Giugliano e simili, che devono avere a che fare con l'olezzo nauseabondo. Ma mi raccomando di non strafare con i poteri obnubilanti, perché la tassa sulla spazzatura, quella dovete ricordarvela. 
Dopo aver testato i suoi poteri su obbiettivi "facili" Gigin Hood si sento finalmente pronto a flettere i suoi supermuscoli contro il più grande problema della Città. No, no si tratta della Criminalità organizzata. No, neanche del debito gargantuesco che minaccia i servizi della Città. Un po' più di fantasia Gigin Hood ha messo nel mirino il più terribile nemico del bene pubblico, roba da far tremare i polsi a Superman e forzare Batman a rintanarsi nella caverna cercando la mamma. Si parla, ovviamente, della cacca dei cani. Da oggi ci sarà addirittura una task force impegnata giorno e notte e scovare i cagator scortesi che oseranno imbrattare con i loro prodotti le camminate della nostra città. Sapientemente infiltrati negli ambienti di malaffare, i nostri eroi al soldo di Gigin Hood scoveranno beagle diarroici, alani stitici e levrieri indigesti, provvedendo immantinente a multare gli sprovveduti accompagnatori dei suddetti. E nel caso la cagata venisse trovata in forma anonima? I nostri eroi della task force provvederanno all’istante a prelevare un tocco del pasticciotto e portarlo ai RIS i quali, grazie alle più moderne tecnologieriusciranno in poco tempo a stabilire il legittimo proprietario della deiezione. Eh si, perché Gigin Hood ha avuto la geniale idea di obbligare tutti i proprietari di cani a schedarli ed a fornire il DNA, in modo da rendersi sempre identificabili. Ebbene si, da oggi in poi i deretani canini saranno identificati ed archiviati! Che poi, a pensarci bene, è lo stesso tipo di schedatura ed archiviazione che di solito viene riservata ai culi delle veline su ogni hard disk di provenienza maschile.
Così, da oggi, il turista che ammira i cornicioni dei palazzi di via Toledo, non dovrà più passare il pomeriggio a ravanare nei solchi delle sue suole e lo scippatore che lo borseggia, non correrà il rischio di scivolare sull'infausta deiezione, perdendo il frutto della sudata fatica. Anche qualora il misfatto non si possa evitare, allo sfortunato spacciatore che trovasse un ricordino sgradevole attaccato alla ruota della Mercedes, resterà lo sfizio di poter saper multato il pericoloso scagazzatore stradale. 
Ed allora bando ai disfattismi sterili, con le suole delle scarpe linde e pinte i napoletani potranno correre molto più veloci. Riusciranno a tenere testa al ritorno in auge della Criminalità (i poliziotti sono tutti impegnati ad arrestare i padroni dei cani) ed a sfuggire alla furia dei creditori (questi test del DNA costano). Ed anche Gigin Hood potrà godere dei vantaggi di questo insperato sprint onde sfruttare al meglio la sua super velocità. Visto che presto, ne siamo certi, ne avrà molto bisogno.

martedì 31 dicembre 2013

'O viglione

All'ombra del Vesuvio, ormai lo sapete, le tradizioni vanno rispettate sempre, contro ogni logica ed evenienza, contro ogni pudore e fino a farsi male. Per questo motivo, tutti i fortunati che avranno avuto la possibilità di sopravvivere al coma diabetico del trittico 24-25-26, saranno costretti ad industriarsi per passare al loro meglio il capodanno. Il problema, però, non sarà tanto come arrabattare un cenone, ma come poter passare un veglione memorabile, assurdo, da scolpire negli annali e da raccontare, esagerando qualunque cosa, a parenti ed amici per mesi. Chi si affida alla tradizione, non potrà che trascorrere le prime ore dell’anno nuovo a casa sua o di un parente, giocando in modo ossessivo e compulsivo per ore ed ore al gioco più temuto dai maroni degli astanti, perché ne provoca rigonfiamenti a pressioni mai sperimentate prima: la tombola. La questione, per chi si accanisce al tavolo da gioco, non sarà tanto il vincere quanti più soldi è possibile o limitare, eventualmente, le perdite. Il problema sarà difendere il proprio onore e quello della propria famiglia contro l’assalto portato dalla quarantina di emeriti sconosciuti che siedono allo stesso tavolo. Come dite? Cosa ci fanno 40 sconosciuti allo steso tavolo vostro? Beh, lo sapete, il concetto di famiglia qua a Napoli è molto più aperto ed avveniristico di quanto si possa immaginare. Fondamentalmente, trascurando la non remota possibilità di un nucleo fondato sugli accoppiamenti con membri della stessa tribù, qua si considerano parenti un po’ tutti quelli che si conoscono, per cui, quando andrete a cena dal vostro cognato Carminiello, non vi stupirà trovare, oltre ai vostri suoceri, alla moglie di Carminiello ed ai suoi figli, la sorella di sua moglie con marito e prole, il cognato ancora signorino e la cugina di vostra moglie, regolarmente accompagnata da sua figlia quindicenne prena, dal fidanzato disonoratore e prossimo sposino, dai di lui genitori, che non hanno mai visto prima la famiglia della nubenda, e che a loro volta portano in allegato la figlia più piccola e il cugino Vicienzo, che è solo, in quanto la moglie se ne è andata con un muratore algerino, che però teneva la Smart. Davanti ad uno scenario apocalittico come questo, come minimo i due futuri suoceri, che fino alla tragica sera del 23 in cui i ragazzi hanno confessato il misfatto, nemmeno sapevano della reciproca esistenza, dovranno combattersi a colpi di ambo, terno e carte del mercante in fiera, ben consci del fatto che la vittoria non varrà solo vile denaro, ma anche il prestigio e la sopraffazione sull'altro, ossia la facoltà di poter interferire maggiormente nella vita dei neosposi. Coloro i quali uniscono la tradizione alla squarciunarìa, non potranno che affidarsi ai tragicomici cenoni organizzati di Fantozziana memoria. E così, mentre Totor Melody massacra una canzone di Gigi D’Alessio che Peppe ha dedicato all'amata Concetta, tra un brindisi fuori luogo, l’ubriachezza molesta del 90% dei presenti e un improponibile spettacolo comico del grande Carmine Simpatia, si arriverà alla mezzanotte per gustare l’incredibile spettacolo dei fuochi, che costerà tre falangi ad uno dei nipotini, e proseguire nella sala da ballo, dove DJ Entzootch, star della musica house interregionale grazie ad una stagione al lido “Marebello” di Sperlonga, allieterà gli ospiti e i condomini dei piani superiori fino alle prime luci dell’alba, quando un blitz delle teste di cuoio porrà fine ai festeggiamenti. Tra coloro che mirano invece al festeggiamento trasgressivo, ci sono quelli che si sciroppano le feste di piazza (quest’anno niente concerto a Piazza Plebiscito), tornando a casta tumefatti per essere stati colpiti in fronte da una bottiglia lanciata durante il caunt-daun (countdown) e con gli arti assiderati dal gelo, quelli che si installano nel reparto rianimazione del Cardarelli con ustioni sul 56% del corpo e quelli che restano tutta la notte bloccati nel traffico, in 5 in una macchina 50, per poi finire in una traversa di Via Petrarca a guardare l’alba trattenendo a stento le lacrime. Ad ogni modo, la vera filosofia guida del veglione napoletano è quella dell’”amma scassà”, ossia dell’esagerazione su tutti i fronti. Non parliamo solo di coloro i quali coi loro acquisti del 31 sera si rendono responsabili dell’intero PIL colombiano, ma di tutti quelli che, in un modo o nell'altro, cercano di sorpassare ogni limite, specie quello della decenza, in nome del festeggiamento più efferato. Ecco così don Aniello rivendersi gli avanzi degli struffoli per comprare 100 euro di botte dai cinesi, in modo a poter sopraffare Gerozzo ‘o riggiularo, che da anni lo vessa scaricandogli sul balcone il suo arsenale comprato al mercato nero tra gli avanzi della guerra in Kosovo. Ma ecco anche donna Carmela, che si vanta da anni di avere una sorella ricchissima che vive ‘a Svizzera e che ha una mega villa direttamente ‘ngoppo ‘a neve e che quest’anno, cedendo alle pressanti domande di Cuncettina ‘a mpechera, che non le ha mai creduto, resterà chiusa una settimana nel più totale silenzio in casa sua, limitando le sue funzioni vitali al minimo pur di far credere di essere davvero partita per il Canton Ticino, salvo calarsi nottetempo il 6 gennaio con un trolley a tracolla per andare a piedi a Capodichino e prendere un taxi che la riporti in trionfo verso casa a mezzogiorno. In ultimo, ecco Ciro, Carmine, Genny e Totonno che sono in ritiro spirituale dal 29 sera ed hanno già consumato sedici confezioni di lacca a testa dopo aver comprato di contrabbando a 250 euro i biglietti per l’evento dell’anno: il grande veglione stratosferico che si terrà sulla spiaggia di Miliscola con ospiti i ballerini dell’Accademia della Salzemmerenghe di Casoria, il famoso Sasà, che ha fatto i provini per sette edizioni del Grande Fratello e le telecamere di CercolaTV Sat. Davanti ad un tale spiegamento di forze, la rivalità coi ragazzi del bar di fronte, sarà definitivamente risolta. Infatti quest'ultimi, per troppa leggerezza organizzativa, non sono finiti nel centro sociale con le infoiate darkettone (creature tondeggianti bardate di cuoio, che pretendono d'essere scambiate per vampire invece che per palloni da calcio), ma in quello per anziani devoti a San Crispino. E poco importa se i nostri eroi hanno pagato un sovrapprezzo del 300% perché il biglietto in realtà costava solo 30 euro, se gli ospiti a sorpresa erano talmente a sorpresa che nemmeno sapevano di essere attesi ed infatti non si sono presentati, e se alla fine sono stati pure cacciati perché Totonno, nel tentativo di insaponarsi una pulzella, le ha vomitato addosso lo zampone con tutte le lenticchie. L’unica cosa importante è che hanno scassato!

Fuochi d'artifico su Castel dell'Ovo a Napoli (Ciro De Luca)

lunedì 23 settembre 2013

Save Berlusca

Diciamocelo: non se ne può più. Tutto sto parlare della decadenza di Berlusconi, ci ha un po' rotto.
A nessuno italiano interessa la decadenza di Berlusconi da senatore. L'importante e' che Zio Silvio resti con noi perché, in fondo, ne abbiamo bisogno. Ci serve. Adoriamo parlarne. Che si tratti di denigrare od idolatrare non è veramente importante.

Per noi è una droga. Gli italiani che votano Berlusconi sono più numerosi di quelli che fumano Cannabis, più di quelli che vanno a Messa la domenica e praticamente pari a coloro che frequentano le prostitute (ma ovviamente si tratta di una coincidenza). Ma vi immaginate come sarebbe l'Italia con le chiese chiuse, senza meretricio e punkabbestia?
Finiremmo come il Giappone? A mangiare roba cruda e guardare il porno censurato.
La modica quantità per uso personale deve valere anche per Silvio. Ogni italiano, deve poter usufruire di un quantitativo minimo di Berlusconi per uso privato. Un seno scoperto il venerdì sera, un partita del Milan il sabato, e iastemma libera alla Santanché.
Avete pensato alla triste fine di tutti i dipendenti e tirapiedi del caro leader?
E non si tratta solo dei poveri lavoratori di Mediolanum, Mondadori o di qualche società off-shore. C'è una schiera di YesMan, ma anche SitDownMan e BringBackTheStickMan, che hanno passato vent'anni arrangiando professioni svariate da giornalisti a veline, ed ora si troverebbero nella triste evenienza di doversi comprare da soli.
E che dire dei MaybeMan della sedicente sinistra che, sconvolti dall'evenienza, cederebbero al loro irrefrenabile bisogno di indulgere nell'unica attività in cui hanno cercato di surclassare Berlusconi: sfornare slogan ancora più improbabili.
Vi immaginate le città tappezzate di manifesti con "Giusto adesso Cambiandolo!"?
E guardate che i cinque stelle, in assenza di Silvio, votano in parlamento l'abolizione del traffico aereo (onde evitare le scie chimiche) il bando del sapone (pulizia garantita da un palla di plastica che spara infrarossi, inserita nell'ano) ed il carcere per chi si spruzza di Autan (per proteggere l'ecosistema).

Ma non è solo lavoro, Berlu si è preso cura di tutti noi, ci ha fornito direttamente dei gusti da avere, delle mode da seguire e delle idee da abbracciare appassionatamente, sublimando quel bisogno recondito che affonda le sue radici nel ventennio fascista e che condiziona il modus vivendi di ogni italiano: la necessità di non pensare, a qualunque costo. Sua emittenza in sostanza non è solo il nostro "masto", è letteralmente il nostro padrone.

A questo punto qualcuno che tira in ballo l'Europa c'è sempre. Come se ce ne fosse mai fregato qualcosa dell'opinione dei crucchi. E poi i più grandi fan di Berlusconi sono gli altri capi di Stato. Per loro Berlusconi è un po' come la star di una soap-opera latina anni '90 per una massaia molto impegnata. La storia poco credibile di un personaggio dalla morale discutibile,  piena di colpi di scena surreali. Ma in qualche modo malato la massaia vuole sempre un'altra puntata, deve sapere come andrà a finire, come farà il protagonista ad uscirne anche questa volta più o meno pulito.

Vogliamo forse diventare un paese di sinistra bacchettone come gli Stati Uniti, dove ci si scandalizza per un mezzo watergate ed una ragazzina un po' più precoce delle altre?
Cari amici della Giunta e Senatori, diciamocelo, questa burbera Legge, cosa ha mai fatto per voi?
Si tratta di una donnetta volubile capace solo di dire NO? Volete essere ricordati come quelli sanno solo dire NO? In che modo vi ha aiutato questa signora Legge in tutti questi anni.
Poco, molto poco. Riconoscetelo. Invece il Caro Leader lui vi ha aiutato e se non lo ha fatto ancora, lo farà presto. Chiedete in giro, magari a De Gregorio.
Basta solo che abbandoniate la vecchia politica del NO per abbracciare la nuova politica del SI. Anzi dello YES, che è Inglese, quindi giovane, nuovo fico, cioè Cool. Da bravi, ora tutti insieme, Yes, SitDown and ShutUp.

http://www.youtube.com/watch?v=FXP4uAxwFTg

lunedì 8 luglio 2013

Intervista per il mondo di suk


Abbiamo rilasciato un'intervista per il mondo di Suk. Praticando la nobilissima arte dello sparamento di pose. Qui il link originale.

Poteva capitare solo a Napoli...
di Mario Scarpa
Una città ostinata nel suo modo di vivere, continuamente in evoluzione e piena di impulsi di innovazione eppure sempre legata a una forte identità legata al passato. Napoli è teatro di innumerevoli contraddizioni e stereotipi, oggetto di infinite analisi sociologiche e riflessioni storiografiche, ma soprattutto è una città che sopravvive alle insidie peggiori della modernità senza banalizzarsi e cedere alle lusinghe del turismo mordi e fuggi. “Una città dalle pagine infinite” la definiscono Massimiliano Maletta e Francesco De Giorgi, autori di “Poteva capitare solo a Napoli” (Aliberti Editore, pagg. 135, euro 10), un’analisi ironica e ricca di acute osservazioni dei difetti tipici dell’universo partenopeo.
Il tono del libro è ispirato all’autoironia che contraddistingue i napoletani, per riflettere sui paradossi, le bizzarrie e i quotidiani saggi di improvvisazione del popolo partenopeo, sempre guidati da una costante esaltazione della fantasia come espressione di vitalità: il tirare a campare che diventa modus vivendi frutto di una continua rielaborazione e riadattamento alle esigenze del momento.
Dalla segnaletica stradale improbabile ai parcheggi avventurosi, dai cartelli promozionali scritti in un inglese improvvisato nei negozi del centro ai luoghi di culto dedicati a Maradona e Cavani: in città sono numerosi gli esempi di artigianato locale, attraverso il quale “l’estro è in grado di prendere così tanto il sopravvento che non ci si limita nemmeno a copiare le marche dei prodotti in vendita, ma le si trasforma in qualcosa di diverso, più facile da scrivere o da pronunciare”, scrivono gli autori nel libro. Napoli è anche quotidiano disagio, per chi si avventura nell’utilizzo di alcune linee dei mezzi pubblici o si trova bloccato con la propria macchina nel caos del traffico, magari a causa dell’ennesima manifestazione dei disoccupati organizzati.
E in città da anni furoreggiano i cantanti neomelodici, divi popolari come lo erano Mario Merola nei primi anni ’70 con la sua sceneggiata e Nino D’Angelo e Carmelo Zappulla nei primi anni ’80. Con il “tragico fenomeno neomelodico” si moltiplicano i video musicali, in alcuni casi veri e propri cortometraggi, ospitati da alcune televisioni locali e poi commentati in studio dallo stesso neomelodico, che riceve le telefonate del pubblico e si intrattiene con loro. Gli autori del libro descrivono con ironia i contenuti dei video e le tipologie di telefonate del pubblico, in particolare è da antologia il commento su un cantante che si esibisce in lacrime mentre mostra la foto del cane portatogli via dalla moglie divorziata.
“Poteva capitare solo a Napoli” è ricco di aneddoti, episodi curiosi, riflessioni mai banali sulla realtà popolare partenopea, quella che segna il carattere della città e ne delinea l’immagine iconografica, da cui scaturiscono gli stereotipi più abusati.
Gli autori scrivono nella premessa al libro: “Non vorremmo che ci rinfacciassero di aver descritto Napoli per quello che è oggi e non come il paradiso terrestre che potrebbe essere”. Insomma: piuttosto che ignorare la realtà è meglio raccontarla, con i suoi paradossi e le sue asprezze, ma con l’aiuto di un sorriso.



In homepage, la copertina

venerdì 24 maggio 2013

Un posto all'ombra

A Napoli tutto può mancare, ma non una soap opera. Diciamocelo: ci hanno provato in tutte le salse, ma solo "Un posto al sole", ambientata a casa nostra è riuscita a sopravvivere. La bigia e torinese "Centovetrine" rischia la sospensione ogni 15 giorni, la casareccia e comense "Vivere" è annegata nel lago e la siciliana "Agrodolce" ha fatto sugli spettatori lo stesso effetto di un'indigestione di arancini. Solo le storie ambientate all'ombra del Vesuvio continuano da 17 anni a raccogliere consensi tra i forzati dell'auditel. Storie eccitanti ambientate a Posillipo, tra panorami mozzafiato e case modello reggia di Caserta, con meccanici che riparano solo Aston Martin e corniciai che trattano esclusivamente platino cesellato. Diciamocelo: qualcosa non funziona. E non funziona a partire dal titolo. E' vero che Napoli è 'o paese d'o sole, ma è anche la patria dei vicoli e, chi ci è stato lo sa, nei vicoli il sole non ci entra nemmeno per sbaglio. Per questo, ci sentiamo di proporre una soap che sia veramente napoletana, fino al midollo. Per esserlo, ha bisogno di partire proprio dai vicoli, per questo la intitoleremo "Un posto all'ombra". Al posto delle ricche famiglie di imprenditori e dei giovani morti di fame che, Dio solo sa come, hanno ereditato quartini da 600 metri quadri a Posillipo, ci piazziamo la famiglia Scannapiecoro, guidata dalla matriarca donna Carmela, ex contrabbandiera di lungo corso che col suo lavoro ha consentito alla figlia Concetta di sposare Rosario, salumiere da tre generazioni, che gestisce la sua potechella con l'aiuto dei figli Ciro, Carmelina e Gennifer. La serenità del simpatico nucleo viene turbata dall'arrivo nel quartiere di don Aniello 'o verdummaro il quale, grazie a un gratta e vinci fortunato estorto ad una vecchia per un debito, ha potuto trasferirsi in città dalla ridente Sant'Antimo per aprire un coloniali. A questo punto, diciamocelo, tutti si aspetterebbero sanguinose battaglie per la conquista dell'ultimo cliente a colpi di sabotaggi, arditi investimenti e strategie sporche. E invece no, il casus belli, in una storia del genere, può solo essere Tatillo, il figlio di don Aniello, che si insapona Gennifer e la ingravida. E, si badi bene, non se la insapona in uno stanzone stile impero con vista panoramica su Castel dell'Ovo, ma a Viale Raffaello sul sedile posteriore della Fiat Uno dell'84 che il padre ha convertito al GPL due anni fa. A quel punto non ci sono quote societarie da spartirsi o affari spropositati da contendersi: l'unico obiettivo, fino a fine stagione televisiva, sarà organizzare il matrimonio riparatore sufficientemente in fretta da non far accorgere Susetta 'a purtiera dell'inopinata gravidanza, e dopo convincerla che il bambino è nato di sette mesi. Per raggiungere lo scopo, come in tutte le soap che si rispettino, ci sarà qualcuno che tramerà nell’ombra. Non si tratterà però di un franco tiratore del consiglio d’amministrazione che rivenderà al nemico il progetto del nuovo yacht da 500 miliardi di dollari, sarà molto più realisticamente zia Pasqualina, che organizzerà il controspionaggio a Susetta, spargendo la voce, dentro da Antimo ‘o parrucchiere, secondo cui il matrimonio era già stato programmato da tempo e solo la volontà di riservatezza degli sposi aveva impedito alla lieta novella di diffondersi. Come conciliare il concetto di riservatezza con la serenata pre-nozze, i manifesti per il quartiere e il servizio esclusivo su Pollena Televiscion pagato rivendendosi i pannoloni della nonna, non è oggetto di questo testo. I più attenti fra di voi, potranno obiettare che, una volta raggiunto lo scopo e nato il criaturo, la trama non potrà che esaurirsi con la prima serie, al massimo si può tirare avanti un paio di settimane col battesimo. E invece no! Come in tutte le soap che si rispettino, proprio quando tutto sembra volgere al meglio, arriva un evento catastrofico che rivoluziona gli equilibri. No, nessun naufragio della coppia felice sull’isola deserta e nessun aereo con a bordo l’erede al trono che scompare in Papuasia. Molto più semplicemente, da queste parti non esiste evento più catastrofico del tradimento. Allora, con la seconda serie, il buon Rosario verrà colto in flagranza cornificatrice dalla moglie mentre si intrattiene con Veruska, pingue matrona di stanza a Ponticelli, bielorussa di nazionalità e polacca di professione. A quel punto, nove mesi di puntate da 25 minuti saranno dedicate esclusivamente ai tentativi di ricomporre la coppia, passando per la festa di 18 anni di Carmelina, per Ciro che fallisce per la settima volta consecutiva l’esame di terza media e anche per Lello ‘o pisciavinnolo, che intesserà una fugace relazione con Concetta, ancora scossa dal tradimento subito. La chiusura sarà ovvia, con tanto di quadretto familiare felice e pranzo comunitario restauratore in una taverna vittoriana di Bacoli con vista mare, special guest Mimmo Taurino che canta un brano sulla famiglia. Una volta tornate al posto loro le cose, il morto deve scapparci per forza, almeno per dare la spinta alla terza serie. A tornare al creatore sarà don Ciro senior, papà di Rosario, che ci lascerà dopo 2 mesi di rianimazione a seguito di un’indigestione di impepata di cozze. La morte del patriarca comporterà il ritorno a Napoli di Titina, acida sorella di Rosario, che avanzerà pretese sulla poteca del fratello, sottraendogliela dopo avergli prestato ‘e sordi c’o ‘nteresse e aver neutralizzato il potere inciuciogeno di zia Pasqualina, riferendo a don Giacinto ‘o prevete che la congiunta ruba dal cestino delle offerte. Mille ulteriori peripezie porteranno alla riconquista della salumeria da parte di Rosario, che riotterrà le chiavi per grazia ricevuta, dopo un memorabile confronto con la sorella svoltosi durante la processione di Sant'Anna. Volendo, una bella idea per la quarta serie pure potrebbe uscirci, con tutto il cast impegnato a dissuadere Ninuccia, la fidanzata di Ciro, dall'iscriversi all'università, visto che la aspetta un comodo futuro da cassiera nella poteca dello gnoro, e con l'ingresso nella soap del perfido Totore, meccanico truccatore di motorini, che porterà sulla cattiva strada il giovane Tatillo. Ovviamente alla fine il bene trionferà sempre, anzi, trionferà in eterno, dato che abbiamo una coscienza ed eviteremo di proseguire oltre verso la quinta serie. "Un posto all'ombra" è bello, ma si dura troppo assaje, ce accire 'a salute!

sabato 20 aprile 2013

Manga-Minkia


Nessuno passatempo sollazza di più i giovani adolescenti quanto "vattersi" nei cortili e nelle strade. E non c'e Playstation o Xbox che tenga. Nonostante ciò anche questo rito barbaro si lascia influenzare dai miti esteri.
Le nostre amene zuffe da scugnizzi sono state indubbiamente culturalmente arricchite dall'invasione nipponica degli anni '70-90. La pancia dell'avversario si rivelava cosi' pululante di punti di pressione, che pigiati nella giusta sequenza dovevano condurre all'esplosione della testa dell'avversario, come faceva Ken Shiro per intenderci, eroe di una serie di cartoni animati universalmente nota.
E così, mentre le più elementari pulsioni di rattimma d'età adolescenziale venivano mutuate da "Lamù", anche il volgare "matrimonio e' paccheri" si ingentiliva col grido di "polvere di diamanti". No, non parliamo di un'errata citazione del romantico film di Sordi, ma piuttosto della precisissima evocazione del colpo segreto del piu' fico dei Cavalieri dello zodiaco (altra serie di grido). 
Ok, sappiamo che con questa affermazione si corre il rischio di inimicarsi il 75% dei fan dell'anime, pronti a difendere a spada tratta qualcun altro dei protagonisti della serie, a loro avviso, più degno del titolo del più fico. Ma perché questi cartoni cosi lontani dalla nostra esperienza ci piacevano tanto?
Se uno ci pensa i cavalieri dello zodiaco sono miti greci fraintesi da giapponesi e mischiati con un po' di spirito marziale asiatico. Un polpettone che sarebbe dovuto risultare esotico e familiare ai nipponici, ma almeno grottesco e ridicolo a noi occidentali.
Invece siamo finiti per adorarli, perché in fondo, i cinque personaggi chiave paiono stereotipi fuoriusciti da una terza classe ripetente di un liceo partenopeo.
Per chi non li conoscesse ancora:
C'è Pegasus, l'insopportabile secchione primo della classe eternamente innamorato della maestra (Athena), che frequenta un istituto privato per garantirsi il massimo dei voti alla maturità, e che, malgrado abiti a Piazza Amedeo, prende il suo Suv pure per andare a comprare le sigarette a Via dei Mille.
Sirio, invece, è il tamarro col tatuaggio che tratta la ragazza come la munnezza della gente, ma lei, nonostante questo, o forse proprio per questo, lo idolatra. Lui se ne esce il sabato coi compagni di palestra, irretendo tutte le ciaccarelle di stanza presso la galassia di San Martino, equivocando sul significato del soprannome "Dragone", che in realtà gli è stato affibbiato soltanto per via del ciato a peste che lo caratterizza.
Quindi c'è Crystal, che nella sanissima tradizione partenopea, é un mammone incurabile. Ha deciso infatti  di diventare Cavaliere dello Zodiaco, per lavare l'onore macchiato di sua madre dopo che un compagno di catechismo lo aveva informato del fatto che ella amava intrattenersi spesso nel negozio di Ursus 'o chianchiere (anche i macellai hanno nomi altisonanti) a serrande abbassate.
Andromeda, dal canto suo, ancora oggi pone interrogativi più inquietanti di quanti ne abbia mai posti Amanda Lear. Certo, il fatto che sia stato avvistato spesso in orario notturno presso la costellazione di Gianturcus, non depone a suo favore, ma sia che si tratti di uomo, donna, trans o quant'altro, l'unica cosa chiara, è che ha sempre bisogno dell'intervento di Phoenix.
Phoenix è il classico Malamente dal cuore d'oro. Pregiudicato si, ma solo per contrabbando di sigarette. In realtà, avrebbe anche provato ad iscriversi ad Ingegneria, ma la barba incolta è stata causa di così tante bocciature, che lui non ha trovato nulla di meglio da fare che chiavare mazzate a destra e a manca e litigare coi sodali da mattina a sera.
Molto da dire ci sarebbe anche sui nemici: Cavalieri d'oro, d'argento e d'acciaio, da queste parti non potrebbero che essere altro che Cavalieri 'e munnezza, impegnati a conquistare la città per farsene ciò che più gli aggrada. Ecco allora il buon Pegasus impegnato su Alpha Rioni Altis nella lotta contro Parcheggiatorem, il cavaliere della costellazione di Jatedottò, guardiano della sosta non autorizzata. Poi c'è Sirio, che ha interrotto la sua meditazione alla cascata del Parco del Poggio, per salvare la viabilità urbana dall'assalto dell'esercito dei Cavalieri Manifestanti, al soldo del diabolico Vulimmopòst. Frattanto Crystal, che voleva solo andare a Via Toledo per regalare una borsa a sua madre, dovrà vedersela con Telecameribus, il cavaliere guardiano della nebulosa di Zetattiellis, che col suo colpo speciale può multare chiunque passi sotto il suo sguardo. Mentre Andromeda, come al solito, si limiterà a farsi scotognare di paccheri da Papponix, Cavaliere Protettore e basta, che lo ha scambiato per un cavallo della sua scuderia ed ora esige la sua parte.
In questo quadro sanguinoso di battaglia, come da prassi, i nostri eroi verranno ridotti allo stremo dai loro avversari, che li avranno feriti quasi mortalmente ed obnubilati citando a memoria poesie e brani tratti dai romanzi di Moccia, favellando già del loro futuro al comando di Neapolis. Ma sul più bello arriva lui, Phoenix, che ha appena finito di sfasciare il videopoker di un bar di Fuorigrotta che gli ha ciulato oltre 100 euro in un'ora e corre in soccorso dei compagni, scomma di sangue tutti i nemici ad uno ad uno, poi, mentre va a farsi una birretta per festeggiare, sopraggiunge Pegasus, si limita a constatare il decesso del capo dei malamenti e si prende i meriti del trionfo concupendo Athena. E ci credo che poi uno si incazza...


venerdì 15 marzo 2013

Dateci la democrazia


Secoli di battaglie per avere un briciolo di democrazia in questo paese, ed ecco sopraggiungere ancora una forza politica che la nega candidamente. Perché anche se Loro rifuggono il nome di partito e si auto-eleggono araldi della moralità e portavoci della Verità, sono la più importante forza politica italiana.
Poco importano i numeri, se destra e sinistra non fanno altro che fare il filo a questa Comunita' ( gli piace tanto di farsi chiamare cosi').
Hanno un'opinione su tutto. E su tutto vogliono mettere bocca, incuranti di quello che pensano quelli che li hanno sempre sostenuti. E chi non e' d'accordo con loro, è degno dei peggiori tormenti, visto che loro sanno quello che e' meglio per noi.
A nulla valgono i continui appelli degli intellettuali affinché' si dotino di un meccanismo democratico per l'elezione del leader, del portavoce o dell'emissario (o come gli fa più piacere chiamarlo).
Adesso basta. E' il momento di ridare dignità a quelli che in voi hanno sempre creduto.
Cara Chiesa, per favore, il Papa fallo eleggere dai cattolici.

mercoledì 13 febbraio 2013

Playlist per S. Valentino


Tra pochi giorni, si sa, ricorrerà quell’obbrobrio conosciuto in tutto il mondo come la festa degli innamorati, ossia S.Valentino. Ogni innamorato si sentirà costretto moralmente, se non fisicamente, a festeggiare:  spendere uno sproposito in cioccolatini e regali e, come minimo, una cena a lume di candela in un locale vip. Se siete Piemontesi non vi resta che ingoiare l'amaro calice, sperando che l'abbuffata di gianduiotti (guai a rifiutarli) non vi costringa ad un lungo dopocena movimentato e seminudo, come ve l'eravate aspettato, ma nella solitudine dolorosa del vostro bagno.
Ai Lombardi toccherà un ristorante anti-tredicesima, cui si può accedere solo con una fila che tende all'infinito. Prenotare non basterà. Il tavolo che vi assegnano è quello vicino alla porta, il più freddo del locale. E mentre tutt'intorno a voi avrete l'impressione che l'amore venga celebrato nel suo fulgido splendore, il vostro/a partner rabbrividisce nascondendosi dentro un cappotto anti-stupro. Rigorosamente non ordinata, vi arriva la prima bottiglia di Champagne. L'unica cosa calda della serata. Con sgomento scoprite che non potete neanche scegliere quello che vi va, ma dovete adeguarvi ad un menu di ostriche e lumache, se siete fortunati, almeno parzialmente scongelate. Ed è in questo preciso momento che prendendo il coraggio a piene a mani dovete nascondervi dietro l'inutile carta dei vini. Il rischio d'incrociare lo sguardo della vostra dolce metà che ha già incenerito lo stoppino della candela è troppo alto.
Ma qui a Napoli, siamo nella patria della musica, siamo in quel posto che viene universalmente riconosciuto come la culla di tutto ciò che va sul pentagramma:non vorrete mica fare che il/la  vostro/a coniuge resti senza un adeguata serenata? Sicuramente no, quindi archiviate i baci perugina, dimenticate i ristoranti trendy e lasciatevi guidare da noi in questa scorribanda tra le 7 note per fornire un brano adatto ad ogni situazione.

Siete per caso amanti di una donna sposata? Siete costretti a vederla negli ritagli di tempo approfittando delle brevi assenze del marito?Bene, il brano che fa per voi è “’O tiempo ‘e nu cafè”. Il mitico Mimmo Taurino descrive minuziosamente l’incontro tra due amanti, avvenuto nel brevissimo volgere di un caffè preso dal marito di lei al bar di sotto. Chi, trovandosi in una situazione del genere, pur pressato dai tempi rapidissimi, non ha detto alla propria amata “comme si bella meza annura!”? E chi, pur sapendo dell’empietà della propria relazione, non hai mai pensato che la sua donna stesse “Spurcando chistu core c’o russetto?”. Per tutti coloro che amano l’ammore all’erta all’erta….

Lei vi piace tantissimo ma ha già una o più storie, per quanto poco serie, in corso? Lei vi solletica e stimola le vostre più recondite fantasie di rattimma anche lontano dal Parco della Rimembranza? Il pezzo che vi si addice di più è lo storico “Voglia ‘e fa ammore” del leggendario Antoine il quale, pur iniziando il video in un’ambulanza ciaccato e demorente per la di lei mancanza, continua l’opera insaponandosi qualunque forma vivente di sesso femminile gli capiti dinanzi,proponendo in versi di amoreggiare “Dint’an’ascensore mentre sta sagliendo” oppure “mmiezo ‘o mare, ‘nzieme ‘e cavallune”. Per tutti gli amanti focosi e soprattutto per tutti i coraggiosi che non hanno paura né che l’amata li stroppèi per le insinuazioni sulla lascivia di costumi, né che accetti di copulare tra i marosi indomiti.

Vivete un amore totalizzante peggio di quello che provò Dante per la sua Beatrice? Non riuscireste mai ad immaginare null’altro che la vostra amata al vostro fianco? La vostra dichiarazione sarà allora la romantica “Comme si ‘a guerra” del classico Tommy Riccio. Bordate clamorose a colpi di “E si bella comme si” oppure “nun me pozzo fa l’amante/pure si me tratte male/nun so bravo a te tradì”, senza tralasciare il soft-erotico di “e mentre ‘a vestaglia/pe coppo ‘a cammisa/già s’abbraccia pe terra”, piegheranno ogni resistenza della vostra amata. Se supera il minuto e quaranta senza picchiarvi e/o denunciarvi, è fatta per sempre.

Volete una volta e per tutte che la vostra lei capisca quanto sia importante per voi? Allora il brano che fa per voi è “Si tutta ‘a vita mia” del melodico-sentimentale Fabrizio Ferri. Quale donna potrebbe mai resistere ad un fidanzato che quando piange “se veve ‘e llacreme” oppure che tuona “mo’ ce ‘o ddico a tutti ‘e santi/comme l’oro si importante”? Probabilmente nessuna, specie quando il brano supera i trentacinque secondi di durata.

Ancora il nostro Fabrizio Ferri ci offre la possibilità di regalare una gioia alle nostre donne a cui, si sa, i complimenti piacciono sempre. Se avete amato “Sei un mito” degli 883, non potrete non sperticarvi al solo ascolto di “Si nu successo ‘e femmena”, clamorosa dichiarazione verso una donna considerata irraggiungibile dal cantante. Versi come “d’a capa ‘o pere te guardano/te vonno assomiglia” fanno impallidire persino la pelata di Max Pezzali e donano alla vostra donna quell’allegrezza che solo un complimento ingiustificato può dare.

Una citazione di rilievo merita l'imitatissima, ma inimitabile, Valentina nel suo fantastico "Ok". Non si tratta di un revival del "Prezzo è giusto." ma di un appuntamento galante moralmente e grammaticalmente discutibile ma preciso "se aspetterai cinque minuti e io non ci sarei", che si giova della promessa consolatoria di un amore non platonico ("non dirò di no se a letto nuda mi vorrai con te"). Ma la promessa può mutarsi in una minaccia per chi si imbatte nel raro video della canzone “Ok”
 
L’arma definitiva per tutti coloro i quali fossero stati lasciati da poco è “Senza ‘e te so ‘na vela stracciata” del leggendario Gianni Celeste. Incurante della grammatica e sprezzante del pudore comune, il nostro eroe tenta, con la forza della disperazione e con l’aiuto di obnubilanti acuti ricchi di vibrati in “veveveveve”, di ricondurre la propria amata all’ovile. Nessuna donna vi resisterà, nemmeno se l’avete tradita con sua madre, e tornerà con voi, pur di far terminare al più presto lo scempio. In ogni caso, se non doveste farcela, non temete: nessuno ve la ruberà più, al secondo ritornello sarà verosimilmente tornata al Creatore….


lunedì 4 febbraio 2013

La proposta Loffa



Avete presente quelle sere fredde, in famiglia, che spingono i commensali ad alzare un po' il gomito ed a cominciare una sordida gara a chi la spara più grossa? C'è un momento in cui, dall'angolo buio della sala, si leva con gesto plateale quel vecchio zio le cui uscite, da sobrio, hanno sempre fatto spanciare il parentame. Ecco, il silenzio regna sovrano perché tutti si convincono che "si, adesso la dice!". Somma delusione quando lo zio si limita a domandare altro vino.
La stessa delusione che ci ha colto di fronte alla proposta loffa della restituzione dell'IMU.
Io che mi aspettavo una guerra Santa alla culona tedesca, la sostituzione dell'euro col PierSilvio, o almeno il diritto ad una cena elegante per ogni italiano.
Invece no, giusto una piccola marchetta. Tra i 300 ed i 1000 euro di rimborso grazie ai soldi recuperati dai capitali fuggiti in Svizzera. Insomma un vero e proprio regalo personale di Silvio ai padri di famiglia. Che, per inciso, non ammonta neanche al 20% di quello che Silvio concede se a vostra figlia dona il tubino nero.

martedì 25 dicembre 2012

Natale Pride


L'appropinquarsi del Natale è foriero di dibattiti sul mai abbastanza decantato ritorno alla tradizione. Noi, che abbiamo animo conservatore, non possiamo che sollecitare il ritorno al più autentico significato di questa festa antichissima tra le più amate al mondo.
Ma di quali tradizioni parliamo? Che sono, in una festa che vanta millenni di Storia, i pochi secoli d'adozione dell'Albero o la diffusione capillare del Presepio nel tardo settecento? Concedetecelo, ben poco. Nessuna tradizione può considerarsi più autentica della più antica, ed è questa l'unica che merita l'accurata attenzione del restauratore.
E' impossibile sapere con certezza quando sia stato celebrato il primo Natale nel mondo. Esiste però un momento storico specifico in cui esso è stato introdotto in Italia: il 219. Chi lo ha introdotto, chiederete?
Nell'insolito travestimento da Carlo Conti vi offriamo tre possibili opzioni:
A) San Pietro, il padre fondatore della Chiesa.
B) Il Papa, ideatore del cattolicesimo.
C) Un sacerdote adolescente con tendenze transessuali.

La risposta giusta è la C). Eliogabalo, imperatore romano bambino introdusse per primo la festività del 25 Dicembre. Si trattava della festa del Sole Nascente, di cui era sacerdote.
Si sa pochissimo della festa vera e propria. Si trattava di una processione nelle quale un carro senza auriga pareva essere guidato da una pietra nera di forma cilindrica e viveri venivano distribuiti gratuitamente. In ogni modo la gente adorava la festa che perdurò nei secoli. Si sa comunque parecchio di Eliogabalo che, nonostante venisse assassinato a diciottanni, trovò tutto il tempo di sposarsi cinque volte, sverginare vestali (antesignane di suore), intrattenere tresche con giovani aitanti, praticare la prostituzione sacra, promettere metà del suo regno a chi lo avesse provvisto di una vagina ed altre amenità che, per decenza, omettiamo.
Ci fa giocoforza immaginare il primo Natale come una versione, meno sobria, di una gay pride accompagnata da un'orgia, quantomeno culinaria.
La Storia ha mostrata davvero poca clemenza per questo imperatore, ucciso a tradimento dal cugino e dalla sua guardia privata e la cui memoria storica fu insozzata da una storiografia calunniosa e denigratoria che avrebbe fatto impallidire anche Sallusti.
Nei secoli la scarsa affezione per la tradizione di "certi ambienti progressisti" ha condotto a tenere pochi degli elementi introdotti da Eliogabolo, come lo scambio di doni, l'abbondanza di cibo e la vergine che resta in cinta; mentre il resto è caduto un po' in disuso. L'adorazione per il cilindro nero che rappresentava il Sole è stata sostituita dal culto di quadratini di plastica colorati che contengono il Soldo.
Noi, spesso accusati di essere reazionari, ci riteniamo soltanto dei sani tradizionalisti che vorrebbero rivedere un po' più d'integro spirito natalizio. Il nostro animo realista e pragmatico ci impedisce di proporre un secondo gay pride il 24 Dicembre e di adottarne come simbolo un oggetto cilindrico nero. Siamo consci, che uomini in gonnella ammalati di protagonismo mal sopporterebbero di dividere il palco con i gay.
Notiamo però che l'adozione di Eliogabalo nel presepe o sull'albero sarebbe un gradito omaggio postumo e, quanto mai tardivo, per colui che introdusse il Natale in Italia e quindi in tutto l'Occidente. Siamo certi che a lui sarebbe piaciuto trovare la sua effigie in un pastorello ambiguo accanto alla mangiatoia o magari in un angelo transgender impiccato sull’albero assieme gli altri.
 


mercoledì 21 novembre 2012

Primarie del PD

Cari amici,
La dirigenza del PD si è raccomandata di proporvi un sunto delle caratteristiche salienti dei cinque candidati alle primarie del PD.
Si tratta di una scelta difficile perché al vincitore toccherà il delicato compito di sostenere Monti per altri cinque anni. Quindi vi vogliono preparati.

Cominciamo da Perluigi Bersani. Questo qui è quello che deve vincere. Mettevi una mano sulla coscienza che noi i manifesti elettorali col suo faccione li abbiamo già stampati. E e poco importa se quando sorride somiglia a Gargamella. In caso di vittoria alle primarie Bersani ha alte possibilità di riuscire anche alle elezioni. Gli alti papaveri del PD hanno infatti notato che negli anni scorsi il pelato ha sempre sfondato. Ha molto nociuto alla sua immagine politica una sua foto in cui prendeva un birra da solo. Solo perché non si vede Renzi col grembiulino che gliela serve. Ha iniziato la sua campagna promettendo un grande rinnovamento fra i suoi collaboratori: trombata la giubilata Birba, escluso grande Puffo a causa di vecchie ruggini, si fanno i nomi di John e Solfamì. La sua promessa elettorale più importante in caso di vittoria è la liberazione da D’Alema. Al momento non è dato sapere chi, fra 5 anni, si farà carico della liberazione da Bersani.

Matteo Renzi si propone come il grande rinnovatore. Si vanta di essere il nuovo che avanza ma in molti gli contestano d’essere il vecchio che è avanzato. Sfoggia un zoccolo durissimo di quasi un milione di sostenitori che sarebbero disposti a qualsiasi cosa purché venga eletto a leader del PD. Si tratta dei fiorentini, che venderebbero la madre pur di non averlo come sindaco. Renzi vuole voltare pagina con idee innovative e giovani. Queste gli sarebbero state suggerite, in incontri segreti, da Berlusconi e svariati vecchi tromboni della Finanza. La promessa elettorale più grande di Renzi è attirare elettori di Grillo e del PdL sparandole ancora più grosse. Lo so, sembra incredibile anche a noi. Andasse male il grembiulino gli dona.

Nichi Vendola, rispetto agli altri, parte svantaggiato. Appartiene ad una categoria sociale alla quale l’opinione pubblica associa una bassa moralità, una scarsa affidabilità ed una generale ambiguità. Parliamo, ovviamente, dei Baresi.
Unico uomo al mondo in grado di ordinare un “prodotto discoidale a lievitazione naturale con condimento di polpa di solenacee, latticini a pasta filata e profumazione a mezzo pianta erbacea di tipo annuale” al posto di una margherita.
Celeberrimi i suoi comizi poetici ed arditi che ricordano ai più gli immortali interventi dei grandi oratori della classicità latina. Difatti i suoi cavalli di battaglia sono: linguaggio incomprensibile e temi-antidiluviani. Il suo eloquio ricorda vagamente la perifrastica passiva, nessuno capisce di cosa si tratti, ma vige il tacito accordo di fingere d’aver compreso. La promessa simbolo di Vendola sono i matrimoni gay, o almeno questo è quello che abbiamo capito.
 
Bruno Tabacci, per chi non lo sapesse, è l’altro pelato su cui puntare. Che non si dica che il Pd non ha un strategia vincente. E’ uno dei pochissimi politici che è uscito pulito da Tangentopoli. Ha dovuto nascondere questa macchia per farsi eleggere con l’UDC. Tabbaci ha militato in DC, CCD-UDC, Casa della Libertà e si è perfino riuscito ad alleare con l’API di Rutelli nelle sue due ore di vita ed ora è finito col PD. Il rifiuto del Partito dell’Amore e dell’Unione dei Pensionati gli ha impedito di fare il centro perfetto, con grande rammarico da parte di Cicciolina.
La promessa simbolo di Tabacci è di non fare nulla e continuare a sostenere Monti per altri cinque anni. Quindi, visto che uno vale l’altro, perché non lui?

Laura Puppato: chi era costei? Ecologista e donna pingue, rappresenta sostanzialmente ogni forma di quota rosa, sia in senso femminile che suino. Noi ne siamo grandi fan ed indi eviteremo ogni battuta sul suo nome. Il programma politico della Puppato ruota intorno ad un incremento della green economy: l’economia verde. Ad ogni modo noi non ci illudiamo che l’Italia possa essere più al verde di così.
Le proposte della Puppato sono interessanti, realistiche e migliori di quelle di molti degli altri candidati. Saremmo lieti di spiegarvele ma chi volete che la voti?

Detto ciò, contiamo sul vostro senso civico, sulla vostra coscienza e sulla fiducia che ognuno di noi e di voi pone nel singolo candidato, allo scopo di poter operare una scelta coerente e sicura in vista delle elezioni politiche. E mi raccomando, scegliete bene, avessema fà ca pure stavota 'e primarie d'o Pd 'e vvence Berlusconi?